Secondo il Wwf si è estinto il 69% delle specie dei vertebrati tra il 1970 e il 2018
In poco meno di 50 anni, dal 1970 al 2018 «c'è stata una perdita del 69% delle specie animali tra i vertebrati»: un dato agghiacciante che, in questi giorni, sta facendo parlare. A dichiararlo è la nuova edizione del Living Planet Report, il report biennale di Wwf e della Zoological Society di Londra sullo stato delle specie animali del nostro Pianeta. Molti scienziati, secondo il Guardian, sostengono che stiamo vivendo la sesta estinzione di massa, la più grande perdita di esseri viventi sulla Terra dai tempi dei dinosauri e che questa sia causata dagli esseri umani.
Si tratta di un dato grave. Ma gli 89 autori del report sottolineano di non focalizzarsi troppo sul numero finale, ma di guardare il quadro generale che, per quanto allarmante, è ben più complesso. Il rapporto, infatti, ha misurato, tramite vari gruppi di ricerca, quanto sia rara o abbondante una determinata specie rispetto ad altre che condividono lo stesso ecosistema. Si tratta quindi di una "abbondanza relativa" delle specie, un indicatore importante che consente di comprendere le variazioni negli ecosistemi e la biodiversità , ma non ha l’obiettivo di calcolare la variazione degli esemplari in termini assoluti. «Questo rapporto ci dice che i cali peggiori si verificano nella regione dell'America Latina, sede della più grande foresta pluviale del mondo, l'Amazzonia», spiega al Guardian Tanya Steele, amministratrice delegata di Wwf Uk, «i tassi di deforestazione stanno accelerando, spogliando questo ecosistema unico non solo degli alberi, ma anche della fauna selvatica che dipende da essi e della capacità dell'Amazzonia di agire come uno dei nostri più grandi alleati nella lotta ai cambiamenti climatici».
l report, come fa notare Il Post, analizza dati molto complessi, difficili da sintetizzare e «a volte incompleti». Non è possibile, tra l'altro, sapere se le oscillazioni negli ecosistemi siano dovute a un declino irreversibile o ad altri possibili fattori. Inoltre bisogna considerare che lo studio si focalizza solo sui vertebrati senza prendere in considerazione tutti gli altri animali, che costituiscono la maggioranza delle specie del Pianeta. Il dato sulla diminuzione di biodiversità , però, è innegabile e per questo gli scienziati che hanno firmato il rapporto hanno esortato i leader mondiali a raggiungere un accordo al vertice Cop15 in Canada di questo dicembre. È fondamentale ridurre drasticamente le emissioni di carbonio per limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C: solo in questo modo, infatti, sarà possibile fermare questa dilagante distruzione della natura.
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