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martedì 14 settembre 2021

 

In lockdown per sempre

Si può continuare ad affrontare la pandemia a colpi di restrizioni e frontiere chiuse? Dalla Cina ai casi di Nuova Zelanda e Australia: la variante Delta e i limiti della strategia "zero Covid"

Sidney, foto di repertorio. EPA/MICK TSIKAS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT via ANSA

Con la variante Delta e in presenza di alti tassi di vaccinazione la strategia "zero Covid" ha ancora un senso? La risposta breve è: probabilmente no, ma il tema è complesso e sfaccettato. La notizia è che in Cina, a Xiamen (provincia sudorientale del Fujan), un focolaio di casi di coronavirus ha indotto le autorità a imporre nuove restrizioni ai circa 4,5 milioni abitanti della metropoli. Cinema, palestre e bar sono stati chiusi, gli studenti sono stati lasciati a casa e ai residenti è stato vietato di lasciare la città nel tentativo di stroncare sul nascere l'epidemia.

E tutto ciò nonostante i casi registrati ieri a Xianmen, sede di numerose aziende di componenti di elettronica, siano stati in tutto 32 contro un solo caso del giorno precedente. In tutta la provincia sudorientale del Fujian, in particolare nelle città di Putian, Quanzhou e nello stesso capoluogo Xiamen, sono stati rilevati almeno 75 positivi al Sars-cov-2. Il focolaio sarebbe nato in una scuola della provincia frequentata dai figli di un uomo (positivo) da poco tornato da Singapore. Per contenere i contagi la Cina ha messo in campo la solita potenza di fuoco ordinando lo screening di massa per tutti gli studenti e gli insegnanti del Fujian.

In che modo la Cina è riuscita a contenere i contagi

Ma il contact tracing (implementato anche grazie all'utilizzo di un codice QR per ricostruire i movimenti delle persone) non è l'unica arma su cui Pechino fa affidamento per mantenere bassi i contagi. Oltre a regole molto rigide per chi entra nel Paese, le autorità locali non disdegnano restrizioni severe nelle aree in cui si verificano nuovi focolai. Lo abbiamo visto nel caso di Xiamen, ma è successo ad inizio agosto anche in un'area di Wuhan (Zhuankou Street) parzialmente chiusa all'indomani della conferma di sette nuovi casi. A Yangzhou, epicentro di un cluster scoppiato nella provincia di Jiangsu, i residenti sono rimasti confinati in casa per un mese. Con l'arrivo della variante Delta, molto più contagiosa della precedente, i focolai si sono moltiplicati.

CORONAVIRUS CINA ANSA-6

La situazione epidemiologica resta sotto controllo (si parla comunque di poche decine di casi), ma i tentativi di fare piazza pulita del virus hanno meno successo che in passato. Di contro la strategia "zero Covid" ha i suoi costi. L'aumento dell'assenteismo, il calo della produttività e le difficoltà delle aziende che operano nei servizi sono alcuni dei problemi che preoccupano Pechino. L'Ufficio nazionale di statistica ha stimato, per la prima volta da febbraio 2020, una contrazione delle attività non manifatturiere che sembra dovuta proprio alle recenti restrizioni sebbene, nel complesso, l'economia goda di buona salute (nel secondo trimestre del 2021 il Pil è cresciuto del 7,9 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).

Che cosa vuole fare Pechino

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